Scritto da Panache Mnemu e Michael Dodo
Il viaggio verso la democrazia nei paesi africani è una strada accidentata
Il periodo postcoloniale ha visto l’affermazione dei principi democratici in Africa dopo l’era post-Guerra Fredda. Questi cambiamenti hanno reso l’Africa al centro dell’attenzione occidentale. Inizialmente, la democrazia è emersa come uno strumento liberale e costruttivo per affrontare le sfide politiche che l’Africa si trova ad affrontare. Ma decenni dopo, la realtà è ancora lontana dall’essere ideale.
Regimi autoritari mascherati da democrazia:
La democrazia ha lottato con l’ascesa delle cleptocrazie – dove i leader corrotti usano le loro posizioni per guadagno personale – e i regimi autoritari legati al potere politico indeboliscono le istituzioni. I leader autoritari hanno abilmente modellato i loro governi in modi democratici accettabili: elezioni truccate, elusione dei limiti del mandato presidenziale per mantenere il potere indefinitamente e una separazione dei poteri che esiste solo sulla carta, mentre il potere reale è cumulativo.
La continua spinta dell’Occidente verso la democrazia
L’Occidente sostiene la democrazia in Africa perché sostiene convinzioni normative sui valori democratici universali. La democrazia è vista come un diritto fondamentale per tutte le persone in linea con il buon governo, da qui la necessità di responsabilità per proteggere questi principi. L’interesse occidentale per l’Africa va oltre la filantropia. L’impegno dipende da considerazioni multidimensionali come il partenariato economico, la cooperazione in materia di sicurezza e l’influenza geopolitica.
Tuttavia, la spinta occidentale verso la democrazia tende a ignorare le principali preoccupazioni dei leader politici africani riguardo alla storia e alle capacità istituzionali dell’Africa. Le eredità coloniali, le divisioni etniche e le ingiustizie storiche dell’Africa modellano il panorama politico africano. Il percorso verso la democrazia deve tenerne conto. La democrazia non può prosperare senza istituzioni forti come tribunali indipendenti, una stampa libera e la società civile.
Elezioni “ridicole” in Africa?
Il processo elettorale è stato spesso ridicolizzato. Questo perché i partiti al potere sono diventati abili nello sfruttare le lacune. Il cambiamento delle strategie volte a sostenere gli ideali democratici sconvolge realmente i processi democratici. Le elezioni sono truccate e i cittadini subiscono pressioni attraverso la coercizione o l’intimidazione, come è avvenuto in Zimbabwe dal 2003.
I regimi di lotta per la libertà – basati su storici movimenti indipendentisti – continuano a dominare la politica. Alcune connotazioni verbali e dichiarazioni rilasciate dai leader africani indicano il pugno di ferro esercitato dai combattenti per la liberazione sullo Zimbabwe. Ciò illustra la giusta mentalità di cui soffre attualmente la situazione politica nei paesi africani.
Entrano in gioco i cosiddetti “osservatori elettorali internazionali”. La loro missione è mantenere e proteggere l’integrità delle elezioni. Tuttavia, questi osservatori spesso non riescono a garantire che le elezioni rispettino gli standard internazionali. La loro sola presenza non garantisce giustizia. La progressiva perdita di fiducia nel loro ruolo mina il processo democratico.
Chiedere la fine del colonialismo
Il viaggio dell’Africa verso la democrazia deve confrontarsi con la sua eredità coloniale. Al centro della decolonizzazione c’è il pensatore visionario Frantz Fanon, che descrisse il colonialismo come un “problema fondamentale” – un problema che continua a modellare il corso dell’Africa molto tempo dopo l’indipendenza. Il suo suggerimento è che le ex colonie dovrebbero crescere liberamente soprattutto a causa della necessità di riconoscimento da parte degli ex oppressori.
La democrazia come strategia
Il pensiero anticoloniale è essenziale al servizio della democrazia e dell’Africa stessa per le seguenti ragioni:
Prospettiva occidentale e realtà africana: le ideologie occidentali hanno posizionato la democrazia come unico catalizzatore della crescita economica africana. Tuttavia, la realtà è più sfumata. La storia unica e la diversità culturale dell'Africa richiedono soluzioni mirate.
Supporto politico e problemi: negli anni ’90, gli aiuti esteri furono collegati alla democratizzazione e alla riforma del regime in Africa. L’Occidente ha utilizzato gli aiuti come strumento per promuovere gli ideali democratici. Ma questi fili spesso collegati sostengono sottilmente le dinamiche coloniali.
La questione della democrazia transnazionale: la scrittrice africana Dambisa Moyo sfida la saggezza convenzionale. Insiste sul fatto che l’Africa non ha bisogno della democrazia multilaterale per accelerare la crescita economica. Offre un’alternativa controversa: un dittatore benevolo, un leader che possa attuare rapidamente le riforme necessarie per rilanciare la crescita economica.
Riuscirà l’Africa a liberarsi dalle catene della storia e ad abbracciare la democrazia dopo la fine del colonialismo? La risposta è nelle mani delle persone che ne fanno parte, i veri artefici del cambiamento. Forse è giunto il momento di riconsiderare il sistema occidentale e trovare un approccio che soddisfi le esigenze specifiche dell’Africa. In questo delicato equilibrio tra tradizione e cambiamento risiede il destino dell'Africa: una democrazia libera dal colonialismo, libera dal peso della storia e al servizio della sua gente.
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