Poco abituato a passare in secondo piano, il team ciclistico Visma-Lease, che ha perso il leader della strada Robert Gesink nella prima tappa e si è presentato a questo Giro senza il suo leader Wout van Aert, infortunato da marzo, ha ritrovato il sorriso grazie alla sua squadra. Miracolo olandese.
Il suo curriculum finora include il Circuit de la Sarthe del 2022 e vittorie di tappa al Tour of Britain del 2023 e alla Parigi-Nizza quest’anno.
Ma il suo successo nel Golfo di Napoli è stato il riscatto: “Punto da tempo alla vittoria del Grande Giro, e arriva alla fine di una settimana difficile segnata dalla sfortuna per la squadra”, è raggiante. .
È stato infatti privato del suo pesce di prova Christophe Laporte sbarcato il giorno prima e, sentendo ancora gli effetti della sua pesante caduta nella quinta tappa, Kooij ha firmato quel successo tanto atteso.
Ha sottolineato: “La squadra ha fatto un buon lavoro e mi ha messo in buone condizioni”.
Occorreva innanzitutto porre fine al raid a lungo raggio degli italiani Mirko Maestri e Andrea Pietropone, del team Polti Cometa, partiti dai primi 214 chilometri del programma della giornata.
Nella campagna abruzzese, i fuggitivi avevano un vantaggio di 3 minuti e 32 secondi, a 150 km dal traguardo, sul gruppo che inizialmente aveva deciso di fermarsi dopo una prima settimana stressante.
Pogacar come compagno di squadra di lusso
Avvicinandosi a Napoli, le squadre dei velocisti hanno preso in mano la situazione riducendo il vantaggio della coppia di testa che è stata respinta a soli 30 chilometri dal traguardo dal sempre offensivo Julian Alaphilippe, assistito da Nicola Conce.
In un finale teso e accidentato, l’ecuadoriano Jonathan Narvaez, vincitore della prima tappa, ha tentato la fortuna con la forza e sembrava diretto verso la sua seconda vittoria al Giro 2024, quando è entrato in scena Tadej Pogacar.
Lo sloveno, in testa al gruppo con la sua maglia rosa, si è trasformato in un lussuoso collega del corridore della nazionale degli Emirati Arabi Uniti, Juan Sebastian Molano.
Sotto la sua guida, il gruppo ha raggiunto Narvaez a pochi metri dal traguardo. Il suo sforzo, improbabile per un corridore in cerca della vittoria finale il 26 maggio a Roma, non è bastato, perché Molano si è dovuto accontentare del terzo posto, dietro a Quigg e all’italiano Jonathan Milan.
Ma lo sloveno, che da Torino ha già vinto tre tappe, non ha rimpianti: “Il terzo posto è un bel risultato, volevo aiutarlo, sono stato io a decidere di lavorare con lui”, ha spiegato.
Il doppio vincitore del Tour de France si è comodamente installato in cima alla classifica generale, due minuti e 40 secondi davanti al colombiano Daniel Martinez e due minuti e 58 secondi sul gallese Geraint Thomas.
“Ho un buon vantaggio”, ha concordato prima di guardare con entusiasmo al suo primo giorno di riposo lunedì. “Una piccola pizza sarebbe gradita prima della prossima tappa di martedì”, ha sorriso.
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