Enzo Bearzot: l’allenatore italiano che ha fatto la storia – sport-fm.gr OGGETTO

Enzo Bearzot, l’allenatore con più presenze in Italia (22 partite) tra la fase finale dei Mondiali e quella degli Europei, ha guidato oggi gli Azzurri alla vittoria per 2-1 sulla Francia in Argentina.

Con la più grande stella del suo roster, Paolo Rossi, e una nuova schiera di giocatori, l’allenatore italiano è riuscito a rivitalizzare la Nazionale, forse ispirandosi al glorioso “calcio totale”, dove i giocatori potevano cambiare posizione liberamente, mentre giocavano. . Allo stesso tempo ha lavorato duro per allontanare la squadra dalla filosofia del Catenaccio.

Nel Mondiale del 1978, l’Italia sconfisse la Francia il 2 giugno nell’allora nuovo stadio Jose Maria Minella dell’Argentina, con gol di Rossi al 29′ e di Zaccarelli al 54′, anche se i francesi aprirono le marcature con la frase “Buongiorno “, solo al 1° minuto con Bernard Lacombe. .

Nelle partite successive l’Italia sconfisse Ungheria e Argentina, senza qualificarsi per la finale, dove si classificò quarta.

Bearzot però aveva già gettato le basi per una squadra con aria fresca. A differenza degli anni precedenti, questa squadra italiana è stata spinta a mantenere la pressione sugli avversari, anche se erano già in vantaggio. Ha cambiato la filosofia del calcio italiano, dalla difesa all’attacco con un 4-3-3, che sembra funzionare ancora oggi nella maggior parte delle squadre.

«Tattiche sbagliate durante una partita o scegliere un giocatore per errore possono costare caro a un team manager. Tuttavia, le scarse relazioni umane all’interno della squadra sono un errore molto più grave e quasi inaccettabile. Se il gruppo non è unito come una famiglia è quasi impossibile ottenere un buon risultatoha affermato Bearzot a un certo punto.

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Dalla costruzione della squadra alla vittoria del Mondiale

Il nuovo approccio dell’allenatore della Fed italiana ha giocato un ruolo molto importante dopo quattro anni.

Le cose non iniziarono bene per l’Italia alla vigilia della Coppa del Mondo del 1982, poiché dovette affrontare uno scandalo di partite truccate scoppiato nel campionato italiano. L’accusa riguardava calciatori della Nazionale, come Paolo Rossi, che causavano grossi problemi alla spedizione.

I problemi sono stati aggravati dai tre pareggi consecutivi nella fase a gironi che, sebbene abbiano portato la qualificazione all’Italia, hanno inevitabilmente suscitato le lamentele dei tifosi. Ciò ha portato alla decisione di non rilasciare dichiarazioni ai media da parte di nessun componente della Nazionale italiana, ad eccezione di Dino Zoff, capitano della squadra, e dell’allenatore Enzo Bearzot.

Nella seconda fase a gironi, gli azzurri si presentano di buon umore e battono l’Argentina 2-1 e il Brasile 3-2, con una tripletta di Paolo Rossi. Raggiungendo la semifinale contro la Polonia, gli italiani sono passati alla finale con una doppietta di Rossi.

Nonostante tutte le probabilità

Chi l’avrebbe creduto! L’Italia riuscì a qualificarsi per la finale della Coppa del Mondo, dove affrontò la Germania Ovest, che non aveva mai battuto in nessuna partita ufficiale.

Gli azzurri sbagliano un rigore al 24′ con Cabrini, ma Rossi apre le marcature al 57′, poi Tardelli realizza il 2-0 al 68′ e Altobelli si assicura il 3-0 all’81’ più tardi, l’unico gol tedesco è arrivato da Breitner, che ha segnato il 3-1 finale. E così l’Italia si ritrovò a festeggiare la vittoria della Coppa del Mondo del 1892 in un Santiago Bernabeu gremito, sempre sotto la supervisione di Enzo Bearzot.

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Il nazionale italiano si dimise dopo la fase finale dei Mondiali del 1986, in cui l’Italia fu eliminata agli ottavi dalla Francia.

La vita di Vecchio

Enzo Bearzot è nato il 26 settembre 1927 ad Aiello di Friuli, cittadina a nord-ovest di Trieste. Ha giocato nel campionato italiano con Inter, Torino e Catania, e una volta è stato convocato nella Nazionale italiana come centrocampista.

Conclusasi la carriera professionistica nel 1964 e con brevi esperienze nelle sedi infrastrutture di Torino e Prato, inizia a lavorare nella Federazione Italiana, prima con la Nazionale dell’Al-Amal nel 1969 e dal 1975 con la Nazionale maschile.

Detiene il record di presenze in panchina con la Nazionale italiana, 104 volte (51 vittorie, 28 pareggi e 25 sconfitte) dal 27 settembre 1975 al 18 giugno 1986, superando il precedente record di 97 presenze di Vittorio Pozo.

Dopo un lungo periodo di inattività, nel 2002 è stato nominato capo del dipartimento tecnico della Federcalcio italiana, la principale organizzazione per allenatori di calcio in Italia. Ha lasciato l’incarico nel 2005.

Bearzot, soprannominato “Vecchio”, è morto il 21 dicembre 2010 a Milano, all’età di 83 anni. Uno dei giochi del destino è il fatto che sia morto esattamente 42 anni dopo la morte di Vittorio Pozo, l’allenatore della Nazionale italiana, che prima di lui vinse due volte la Coppa del Mondo nel 1934 e nel 1938.

Un anno dopo la sua morte, è stato insignito del Premio Enzo Bearzot come Allenatore italiano dell’anno.

Editore: Manto Berdet

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